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sabato 28 febbraio 2015

Fine corsa...

"Vecchio" ed "inutile"!
Queste parole continuavano ad affacciarsi alla mente dell'uomo seduto sul divano.
Era mattina presto, il sole stava sorgendo e lui sapeva che sarebbero venuti presto, prima che la maggior parte delle famiglie del quartiere fossero sveglie. Stringeva ancora quella maledetta lettera tra le mani, mani sudate anche se non faceva caldo e anzi pareva che il gelo della notte fosse penetrato sin dentro le ossa.
Suo figlio e la nuora non erano ancora scesi... lo avrebbero fatto, a malincuore, ma lo avrebbero fatto. In fondo erano adulti e lo sapevano. La verità era che lo sapevano tutti da tempo, ma come spesso capita non ci si preoccupa di un problema sin quando non ha bussato insistentemente alla nostra porta.
C'era stata una pallida speranza, evanescente come la foschia del mattino però pur sempre una speranza, ma il ricorso era stato rapidamente respinto, e puntuale come un orologio svizzero dopo una settimana la maledetta lettera era stata consegnata.
Una settimana di tempo per prepararsi, una settimana lunga come una vita e breve come un respiro.
Poche le persone da salutare e tra queste la nipotina che lo guardava con quegli occhi, gli occhi di una bambina innocente che ti chiede "nonno dove vai" come lo ha chiesto mille altre volte.
Il problema non era stata la sua domanda...no! Il problema era stato lui, la sua reazione. La sua bocca era rimasta chiusa se non per qualche balbettio incomprensibile, ma i suoi occhi avevano parlato, oh se avevano parlato! Avevano detto tutta la sua amarezza e la sua paura, il suo dolore. E la bambina aveva capito, immediatamente, lo aveva abbracciato piangendo e non voleva più staccarsi, il padre aveva dovuto allontanarla a forza e a nulla erano valse le carezze e le rassicurazioni dei suoi genitori. D'altra parte se c'è una cosa che i bambini capiscono al volo é quando gli si sta dicendo una bugia...
L'avevano mandata da amici di famiglia per un paio di giorni, poi le avrebbero spiegato. Ma spiegato cosa?
Come si poteva anche solo pensare di dire una cosa del genere ad una creatura innocente?
Come si poteva vivere sapendo una cosa del genere?
Anche lui quasi non si capacitava di come si fosse arrivati a questo punto.
C'era stato un tempo in cui qualcuno aveva iniziato a dire che doveva essere una scelta ed effettivamente il tutto aveva una sua logica. Erano stati presentati in televisione e sui giornali casi di malati terminali o malati gravi, storie strazianti e toccanti e tutte finivano con una domanda: e se toccasse a te non vorresti scegliere?
Lui stesso aveva votato a favore perché in fondo era una questione di dignità personale e se uno non può scegliere nemmeno in quel frangente che libertà é?
E per un po' le cose erano andate proprio come era stato promesso, chi lo desiderava poteva tranquillamente optare per  quella possibilità.
Poi però qualcosa era cambiato. Si diceva, ma erano voci cui nessuno aveva prestato attenzione e tantomeno lui, che anche persone che non ne avevano espresso il desiderio erano state sottoposte a quel trattamento, generalmente malati gravi o di alzheimer o portatori di handicap.
Però pochi vi avevano prestato attenzione, i teorici della cospirazione sono sempre stati tanti e un po' strampalati, e poi in effetti c'era il problema dei costi sanitari.
Perché togliere assistenza a chi ne ha davvero bisogno per darla a chi non ne trarrà alcun beneficio?
Alla fine sono sempre i soldi, i maledetti soldi!
Sí perché poi era arrivata quella maledetta legge (votata a stragrande maggioranza) chiesta anche dagli organismi internazionali e tutto era cambiato.
Nessuno aveva più potuto scegliere...eppure anche in questo caso tutto sembrava per un bene maggiore, tutto sembrava così pulito, efficiente...già efficiente, ma freddo e inumano.
Molti suoi amici erano già andati, alcuni non ce l'avevano fatta, in un rigurgito di libertà avevano scelto di farla finita prima, di non dargliela vinta...
Lui non se l'era mai sentita, gli era mancato il coraggio e poi si era detto che si poteva fare ricorso, che si sarebbe valutato caso per caso, ma non si ricordava che alcun ricorso fosse stato accolto.
Stava pensando a tutta queste cose quando sentì il rumore di un veicolo (dovevano essere per forza loro a quell'ora del mattino) che si fermò proprio nelle vicinanze della casa. Sentì il portellone del furgone che si apriva e i passi degli addetti che si avvicinavano. Parevano passi di soldati, misurati, composti, ma inesorabili!
Suonarono il campanello a lungo, ma lui non riusciva ad alzarsi. Non si era neppure accorto che suo figlio e la nuora erano scesi e lo fissavano con uno sguardo preoccupato. Suonarono nuovamente alla porta e suo figlio dovette aprire.
Si presentarono in sei, tanti per un uomo solo, ma era una precauzione necessaria perché in passato alcuni si erano ribellati, avevano urlato, scalciato e dato di matto creando non pochi problemi.
Tutto doveva svolgersi nel silenzio, in modo da non dare scandalo e non fare notizia.
L'uomo si alzò, le gambe lo reggevano anche se tremanti mentre la sua borsa era già vicino alla porta dalla sera precedente.
Abbracciò suo figlio ma non riuscì a dire niente, e quando abbracciò la nuora lei non riuscì a trattenere le lacrime e si staccò in fretta.
Lui non riuscì a dire nulla, furono saluti veloci e imbarazzati e non poteva che essere così.
I sei incaricati rimasero impassibili, in silenzio, come statue di cera.
Quando lui ebbe salutato i suoi, presero la sua borsa e due di loro lo presero sottobraccio mentre quello che sembrava il capo gli disse di non preoccuparsi, che avrebbero pensato a tutto loro e che la cosa sarebbe stata rapida e conforme a quanto gli era stato comunicato.
Le sue gambe non volevano muoversi, ma non era un problema perché i due uomini (piuttosto robusti) praticamente lo sollevarono e lo portarono verso il furgone.
Arrivati alla macchina lo fecero accomodare sul sedile posteriore in mezzo a due di loro.
Il portellone venne chiuso con forza ed il furgone partì deciso per la sua destinazione.
Sul viale di casa rimase a terra la lettera che era sfuggita dalle mani dell'uomo nell'atto di salire sulla vettura.
Il figlio del vecchio (che aveva seguito tutto dalla soglia di casa) la raccolse e con le mani tremanti lesse alcune righe:

<<...gentile contribuente #######   ############ con il compimento del suo sessantacinquesimo anno le comunichiamo che lei ha raggiunto il termine previsto a norma di legge in cui il suo contributo supera in costi i benefici per la società. Quindi secondo la legge dovremo provvedere a sottoporla alla procedura prevista in uno dei nostri centri specializzati.
La legge permette ai suoi famigliari di usufruire della detrazione prevista per la procedura cui verrà sottoposto così come sono in parte detraibili i costi per le esequie. Il modulo per richiedere le detrazioni é allegato alla presente.
Nel ringraziarla per questi lunghi anni di contributo alla nostra società ed al vivere civile le comunichiamo che tra sette giorni i nostri incaricati passeranno a prenderla per accompagnarla in un nostro centro specializzato dove le garantiamo una procedura rapida, indolore, dotata del massimo comfort e nella più totale discrezione.
La invitiamo a dare comunicazione della presente ai suoi cari in modo che il tutto possa svolgersi in un clima di distensione, serenità e comprensione al fine di evitare turbamenti alla quiete pubblica. >>

                         I.N.P.S.
(Istituto  Nazionale  Prevenzione  Senilità)



Si fa un gran parlare di eutanasia in questi giorni su giornali, in trasmissioni tv ed in molte interviste. 
Se ne parla a sproposito come se chi fosse contrario all' eutanasia desiderasse la sofferenza ad ogni costo per chi è malato. 
Questo mio racconto vuole far riflettere su una possibile deriva. 
Quella che il diritto a morire divenga dovere di morire.   

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