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mercoledì 13 agosto 2014

più cani che bambini...

Un paio di giorni fa (sono in vacanza nella bellissima cornice delle Dolomiti) stavo pescando con mio suocero in riva ad un bellissimo lago. Una posto magnifico per appunto pescare e passeggiare in tranquillità immersi nella natura. Mia moglie infatti era a spasso con nostra figlia e noi ci godevamo un po' del nostro hobby. Ad un certo punto mio suocero esordisce con una frase che cito testualmente:

                "Ci sono più cani che bambini..."

Quella frase mi ha colpito come un fulmine ed ho iniziato a prestare attenzione a chi passava sul sentiero dietro di noi. Effettivamente per ogni bambino che notavo, vi erano almeno dieci o dodici cani! Stessa attenzione ho prestato nei giorni successivi andando a fare alcune piccole spese nel supermercato vicino a noi e per strada e la scena si è ripetuta.
Ecco, tale particolare apparentemente inutile mi fa dire questo:
Credo sia il segno evidente della crisi della nostra società occidentale. Una  società che ha smarrito le sue radici (peggio, le ha apertamente rifiutate) e non sa più dove vuole andare. Non a caso questo smarrimento si traduce in una sfiducia nel futuro, in una incapacità di saper progettare a lungo termine ed il sintomo più evidente è la mancanza di figli. Con aggiunta di paradossi colossali. La famiglia, l'unica famiglia quella composta da un uomo e una donna è stritolata da mille vincoli, problemi, assurdi balzelli, trappole burocratiche e fa salti mortali per garantire un futuro alla prole. Le attuali politiche altro non fanno che opprimere ancor di più l'unico argine all'abisso e per di più cercano in tutti i modi di destrutturare e abbattere l'istituto familiare aprendo alle "nuove famiglie" e ai "nuovi diritti"  senza rendersi conto che stanno aprendo le porte a nuove schiavitù e nuove povertà quali utero in affitto e figli di nessuno. Come possiamo pretendere di saper porre un argine (ammesso che non sia tardi) a ciò che sta accadendo nel vicino Oriente e che ci riguarda più da vicino di quel che pensiamo se prima non torniamo a capire chi siamo? Dobbiamo tornare alle nostre radici e intendo quelle radici cristiane che volenti o nolenti hanno plasmato la nostra società e la nostra cultura.

 

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